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Fine della democrazia - Persone in cerca di una via d'uscita nonviolenta
(Comunicato Stampa di Mondo senza guerre Grecia - 2012/02/13)
Ieri eravamo presenti ad una delle più grandi manifestazioni degli ultimi 30 anni. Migliaia di persone si sono radunate nel primo pomeriggio a Piazza Syntagma affollando il centro della città. I nostri militanti erano presenti ad Atene e anche in diversi grandi città.
Per quanto riguarda Atene:
- condanniamo l'operazione di polizia che ha mirato a mantenere la folla il più lontano possibile da piazza Syntagma e dal Palazzo del Parlamento usando armi chimiche senza motivo;
- condanniamo tutte le azioni violente provocate da gruppi di violenti e la risposta dalla polizia. questa è la loro guerra, non la nostra;
- condanniamo la maggioranza all'interno del Parlamento che ha insistito nel votare il secondo Accordo (Mnimonio 2), nonostante ciò che stava accadendo al di fuori del Parlamento;
- condanniamo la distorsione della realtà da parte dei mass media tradizionali, che hanno riferito di 20,000-30,000 persone per le strade, mentre noi abbiamo assistito ad una enorme folla pacifica che ha resistito agli attacchi della polizia solamente rimanendo al proprio posto. Le stime più prudenti parlano di 700.000 persone.
È ovvio che tutti coloro che sono coinvolti in questa ondata di violenza galoppante che attraversa la Grecia (la polizia, i gruppi violenti e membri del parlamento) dovranno alla fine affrontare la parte sana della società. È anche evidente che i membri dello Stato, che continuano ad abusare delle istituzioni, non sembrano nemmeno preoccuparsi di come la storia li dipingerà. Ma noi non disprezzeremo le nostre vite. Cerchiamo modalità diverse di resistenza, massicce quanto questa manifestazione, ma che siano più efficaci e senza alcun segno di violenza.
Le troveremo di sicuro.
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Per la Libia, la strategia di risoluzione del conflitto elaborata prevede prioritariamente di fermare le ostilità tra i lealisti di Gheddafi e i ribelli, e per evitare che il massacro continui porre fine ai bombardamenti della Nato; evitare quindi qualsiasi tipo di occupazione da parte di forze straniere del territorio libico; proporre l’invio di osservatori internazionali dell’Onu; attuare l’immediato soccorso alle popolazioni in difficoltà con corridoi umanitari; creazione di un efficace strumento di mediazione nonviolento tra le parti in conflitto; istituzione di corpi civili di pace e, per ultimo, rendere veramente efficace un Tribunale internazionale che sia in grado di processare chiunque si renda responsabile di genocidi o crimini di guerra.